L’action learning e il lavoro come esperienza collettiva

da Redazione | 14 Dicembre 2022 | Learning |

Nel post precedente abbiamo parlato dell’action learning come strumento adatto a promuovere una cultura dell’innovazione all’interno delle aziende. Oggi vogliamo approfondire meglio che cos’è e come funziona questo particolare modello formativo.

Che cos’è l’action learning?

Innanzi tutto dobbiamo dire si tratta di una metodologia di formazione esperienziale, ovvero basata sull’esperienza diretta da parte di un gruppo di lavoro che si cimenta con la risoluzione di problemi significativi e urgenti, realmente esistenti in seno all’azienda.

La materia di studio, dunque, è la reale vita dell’azienda stessa e le sfide più importanti che questa si trova ad affrontare.

Da questo punto di vista, la formazione esperienziale riceve un’accoglienza spesso favorevole, perché non sottrae tempo all’attività lavorativa vera e propria.

A un livello più teorico, invece, possiamo dire che si tratta di un metodo che valorizza il potenziale di apprendimento del lavoro e considera il lavoro stesso come uno strumento che permette di sviluppare appieno le potenzialità di ciascun lavoratore, in relazione a quelle degli altri.

Breve storia dell’action learning

L’elaborazione teorica dei principi fondamentali e le prime sperimentazioni operative dell’action learning sono opera di Reg W. Revans e risalgono a un arco di tempo che va dal 1971 e al 1980.

In quel particolare momento, la carica innovativa dell’idea di Revans era legata soprattutto a una definizione del soggetto fortemente plasmata dalla relazione e dall’interazione con il gruppo e con il contesto in cui opera.

L’idea alla base era che non esistesse un passaggio immediato dal lavoro all’apprendimento, ma che quest’ultimo debba essere piuttosto il risultato di una serie di problemi e di riflessioni, indispensabili per rompere routine e automatismi.

Un’esperienza di lavoro collettiva

Nell’action learning si opera concretamente proprio attraverso serie di domande e riflessioni che vengono facilitate dal formatore e condivise con il gruppo di lavoro, mentre gli obiettivi chiave da conseguire sono al tempo stesso la risoluzione del problema (problem solving) e l’apprendimento del gruppo.

Va detto che questo è un processo plurale. Non si parla di action learning per il singolo, infatti, ma per uno o più gruppi di lavoro impegnati nella risoluzione di un problema aziendale.

Oggi, questa metodologia viene  spesso soppiantata da altre che invece insistono sulla valorizzazione del singolo, come il coaching, il counseling, o il mentoring ma il suo valore rimane immutato e ci ricorda qualcosa di importante, e cioè che il lavoro è un’esperienza soprattutto collettiva.

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