2023 Anno Europeo delle Competenze

da Redazione | 03 Aprile 2023 | Direction |

Gli ultimi anni, come tutti sappiamo, hanno senz’altro imposto una brusca accelerazione ai processi di digitalizzazione per aziende, PA e scuole, processi già avviati oppure in programma. 

Questo ha fatto sì che molte e nuove competenze si rendessero necessarie e ha messo contemporaneamente in luce una grave carenza dei talenti tra i lavoratori, che si registra ormai ovunque.

Proprio per questo,  la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato il 2023 “Anno Europeo delle Competenze”. 

La carenza di competenze, un problema diffuso

Sul sito della Commissione Europea leggiamo infatti che, oggi, oltre tre quarti delle imprese UE incontra difficoltà a trovare lavoratori con le skill necessarie, e i dati più recenti di Eurostat indicano che solo il 37% degli adulti ha l’abitudine di seguire programmi formativi.

L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società mostra inoltre che, in Europa, 4 adulti su 10 e 1 persona su 3 tra gli occupati non dispone delle competenze digitali di base. Non solo: nel 2021 la carenza di competenze riguardava ben 28 tipologie di attività lavorative, che spaziano dall’edilizia all’assistenza sanitaria, all’ingegneria e all’informatica.

Si registra altresì una scarsa rappresentanza femminile nelle professioni e negli studi di natura tecnologica: solo 1 informatico su 6 e 1 laureato in discipline STEM su 3, infatti, è donna.

Formazione continua come strumento per affrontare le sfide future

In base agli obiettivi sociali dell’UE per il 2030, almeno il 60% degli adulti dovrebbe partecipare ogni anno ad attività di formazione, uno step importante anche per raggiungere entro il 2030 l’obiettivo di un tasso di occupazione di almeno il 78%.

Sempre tra gli obiettivi da conseguire entro il 2030 va sottolineato il conseguimento delle competenze digitali di base per l’80% di tutti gli adulti, nonché un numero di occupati tra gli specialisti IT pari a 20 milioni.

Abbandono scolastico: una sconfitta per tutti 

La crisi delle competenze ha comunque radici profonde se si pensa che secondo recenti dati dell’UNESCO , in tutto il mondo, ben 244 milioni tra bambini e giovani non frequentano la scuola o non sono comunque inseriti formalmente in un sistema scolastico e tutto questo si traduce in una crisi tra i giovani studenti.

Si stima che nell’apprendimento di base, a livello di alfabetizzazione e di capacità di calcolo, il 60% dei bambini a livello globale, all’età di dieci anni,  non sia in grado di leggere e comprendere un testo semplice.

L’approccio STEAM e il ruolo degli insegnanti

In vista di un processo di apprendimento che duri tutto l’arco dell’esistenza articolandosi in modalità diverse, la commissione raccomanda una particolare attenzione verso l’approccio STEAM, un approccio interdisciplinare che ha come obiettivo non solo l’avvicinamento alla tecnologia, ma anche lo stimolo della creatività artistica e di espressione e lo sviluppo di una serie di competenze trasversali.

Si tratta quindi di un approccio che, pur incentivando e privilegiando lo studio delle materie scientifiche mirando a una carriera in quell’ambito, non intende tralasciare la cultura in generale né gli aspetti di essa legati alla sfera dell’intelligenza emotiva.

Ma affinché tutto ciò accada, naturalmente, bisogna tenere nella giusta considerazione la figura fondamentale degli insegnanti, la cui professione dovrà essere rivalutata, evidenziando in particolare il loro ruolo trasformativo, tale per cui le conoscenze trasmesse servano a operare cambiamenti nella società.

In vista di ciò, promuovere l’apprendimento basato sull’esperienza, sull’indagine e sulla curiosità; sviluppare la capacità, la gioia e la disciplina per la risoluzione dei problemi sarà il modus operandi che potrà aiutare ad affrontare le sfide di un futuro complesso e caratterizzato da alti livelli di incertezza. 

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