Learning agility, imparare in un mondo che cambia

da Redazione | 30 Maggio 2023 | Learning |

Il cambiamento è qui. Per restare.

Cambiamento, evoluzione, incertezza, mutazione: quante volte abbiamo sentito queste parole? Eppure, se le parole possono esserci diventate ormai famigliari, saper gestire, vivere e amare il cambiamento continua a essere tutt’altro che facile, sia a livello personale che a livello aziendale.

Oggi le imprese che vogliono restare competitive sanno bene che il cambiamento deve diventare il loro più grande alleato. Paradossalmente, il cambiamento “è qui per restare” ed è necessario in qualche modo farci i conti, addirittura “impararlo”, fermo restando che esistono aziende e persone più o meno predisposte a esso. A questo scopo, nulla di meglio che guardare alle cosiddette soft skill, le famose abilità trasversali oggi sempre più richieste e più importanti.

Evolversi in un mondo che evolve

In particolare vogliamo parlare oggi di Learning agility, ovvero la capacità di apprendere in maniera agile, di stare nel mondo e riuscire a evolversi con esso.

Oggi, siamo circondati da una quantità di informazioni talmente enorme che è impossibile assimilarle tutte. Non possiamo leggere tutto, non possiamo sapere tutto, non possiamo approfondire tutto. Ciò che è necessario fare, piuttosto, è riuscire a imparare di più con meno informazioni, selezionando rapidamente quelle indispensabili, al fine di non appesantire troppo il carico cognitivo.

Parole d’ordine: curiosità, ottimismo e apertura

Questo è soprattutto vero nel momento in cui ci si trova in situazioni nuove o di fronte a sfide mai affrontate prima, sfide alle quali bisognerà abituarsi allenandosi quotidianamente a uscire dalla propria zona di comfort e vivendo esperienze sempre nuove e diverse. Si tratta quindi di imparare ad adottare nuovi mindset e di mettere in discussione bias cognitivi e pregiudizi a favore di un’attitudine aperta, ottimista e curiosa.

Fail harder

Lavorare in un contesto dove a regnare sono incertezza e cambiamento richiede inoltre la volontà di sperimentare, testare, imparare. E inevitabilmente succederà di fallire, senza che questo però costituisca in alcun modo uno stigma, in quanto si tratta di una precisa fase del processo, una parte ineludibile del percorso che ci offre la possibilità di allenare il nostro ottimismo ma, soprattutto, ci fa dono di un grande privilegio: la possibilità di rialzarci.

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