Digitalizzazione e Pubblica Amministrazione: la sfida per la competitività del paese

da Redazione | 13 Giugno 2023 | People |

La crescita del sistema Italia: un problema strutturale
È cosa nota che l’Italia è tra i maggiori beneficiari del programma strategico Next Generation EU, declinato localmente nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’obiettivo condiviso dall’Unione Europea è da una parte che questi fondi agevolino la ripresa post pandemica ma, soprattutto, che sostengano progetti di inclusione, transizione ecologica e sostenibilità.

Per il nostro Paese la crescita ha rappresentato negli ultimi decenni un problema strutturale. Il confronto con gli altri Stati Membri è in effetti schiacciante: come ha sottolineato lo stesso Mario Draghi “Tra il 1999 e il 2019, il Pil in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per centro. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4, e del 43,6 per cento”.

Digitalizzazione e pandemia

I numeri parlano da soli, ma se vogliamo indagare le cause di questo ritardo non possiamo non fare i conti con le difficoltà del processo di digitalizzazione del nostro Paese, difficoltà che riguardano sia il settore pubblico che quello privato, costituito da molte piccole realtà aziendali che ancora faticano a stare al passo con l’innovazione.

Dal punto di vista della modernizzazione della PA, la pandemia ha sicuramente obbligato a un’accelerazione del processo già in atto, basti pensare che prima del Covid-19 il 98,9% dei dipendenti pubblici non aveva mai fatto esperienza di modalità di lavoro agile. Se oggi l’Italia si colloca invece con un indice DESI (che definisce il livello di digitalizzazione dell’economia e della società di uno stato) pari al 49,3 %, a fronte di una media europea del 52%, è proprio grazie all’accelerazione di cui sopra.  Ci sono essenzialmente tre aree di miglioramento alla base su cui è necessario lavorare per garantire la competitività del Paese: lo stato dell’infrastruttura digitale  l’erogazione dei servizi pubblici digitali e le competenze e la formazione nelle materie tecnologiche.

A che punto siamo?

 Si tratta quindi di pianificare interventi ad ampio spettro insieme a riforme strutturali. A favore del processo di digitalizzazione della PA il PNNR ha stanziato circa 6 miliardi di euro e oggi  molti interventi sono già stati fatti, in particolare:

– È stata avviata la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), che abilita lo scambio di informazioni tra gli Enti e la Pubblica Amministrazione, favorisce l’interoperabilità delle basi dati pubbliche e permette in utlima analisi a cittadini e imprese di non dover più fornire i dati che la PA già possiede per accedere a un servizio

– È stata avviata l’operatività del Polo Strategico Nazionale (PSN), l’infrastruttura cloud ad alta affidabilità che ospiterà i dati e i servizi, critici e strategici, delle pubbliche amministrazioni italiane.

– In materia di cybersecurity, è stata istituita l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), messo in atto il primo dispiegamento dei servizi nazionali di sicurezza e avviato il primo dei di screening e certificazione

– Per quanto riguarda la digitalizzazione dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), è stata realizzata a settembre, in anticipo rispetto ai tempi previsti, la messa a disposizione di 37 servizi supplementari sul portale

A queste azioni sono state affiancate nuove assunzioni e soprattutto una serie di interventi formativi per i dipendenti della PA, che continueranno a essere pianificati e realizzati con l’avanzamento del piano di digitalizzazione.

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