Curriculum addio? Arriva la gamification nel processi di selezione

da Redazione | 08 Gennaio 2024 | People |

In un mondo del lavoro che cambia in modo estremamente dinamico, il processo di selezione dei candidati non può certo restare il medesimo a cui siamo stati abituati negli anni: inviamo un Curriculum, veniamo invitati a un primo colloquio e, nel peggiore dei casi, siamo costretti ad accontentarci di un genericissimo “Le faremo sapere” a seguito del quale, spesso, capita di non sapere più nulla. Si tratta comunque, anche nel migliore dei casi, di un iter estremamente formale e che non sempre riesce a mettere in evidenza i punti di forza e le peculiarità del candidato.

La gamification e i suoi vantaggi

Una risposta a un sistema per molti versi obsoleto arriva invece dalla gamification, un approccio moderno al processo di selezione che incorpora elementi del gaming nell’iter di recruiting, trasformando in un’esperienza interattiva e motivante la fredda compilazione di un Curriculum o la risposta a un annuncio.  

Se un candidato marketing manager, invece di dover elencare le sue esperienze e competenze, venisse coinvolto in un processo virtuale che prevede per esempio l’ideazione di campagna social per un prodotto, avrebbe senz’altro maggiori possibilità di mettere in evidenza le sue skill e, dato che tutto potrebbe essere fatto da remoto, potrebbe risparmiare il tempo che serve al viaggio verso la sede aziendale per sostenere il colloquio.

Un’esperienza migliore, una valutazione più attendibile

Attraverso un simile processo, la valutazione delle skill del candidato è immediata e viene fatta sulla base di azioni e comportamenti, non solo su quanto scritto o raccontato nel corso del colloquio. Inoltre, è l’intera esperienza a migliorare qualitativamente perché questo tipo di percorso mantiene viva l’attenzione del candidato e risulta essere maggiormente stimolante. Un elemento da non sottovalutare se pensiamo che secondo il 2023 Candidate Experience Report il 58% dei candidati rifiuta un’offerta a causa di un’esperienza di recruiting non positiva.

È un Paese per gamer!

Naturalmente la gamification può interessare anche altre aree della vita aziendale come per esempio la formazione e, se le grandi aziende di tutto il mondo stanno introducendo questa modalità (Nestlé, Unilever, Mc Donalds solo per citare le più grandi), non bisogna dimenticare che in Italia i gamer sono oltre 16 milioni, con la fetta più cospicua (4 milioni) tra i 14 e i 24 anni, decisamente rappresentativa delle nuove generazioni che troveranno quindi senza dubbio di loro gusto un approccio simile.

Uno sguardo nell’azienda

Ultimo ma non meno importante, la gamification permette al candidato di gettare uno sguardo direttamente nella cultura della realtà in cui potrebbe trovarsi a lavorare, e di capire se i valori sono allineati ai propri e se potrebbe adattarsi facilmente al contesto.

La gamification rappresenta quindi, in ultima analisi,  un vantaggio effettivo sia per il candidato, sia per il datore di lavoro e uno strumento prezioso per attirare talenti, sempre più difficili da trovare nel competitivo scenario odierno.

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