Il pensiero analitico come strumento di problem solving

da Redazione | 12 Aprile 2023 | Direction |

Pensiero analitico: analizzare, non semplificare

Ogni giorno, al lavoro e nella vita privata, ci confrontiamo con un numero di questioni da risolvere, più o meno complesse e fronte a un problema, ciò che siamo naturalmente portati a fare, è richiamare in automatico alla memoria situazioni simili, per attivare soluzioni già adottate che si siano dimostrate funzionali. 

Questo processo, però, come ogni automatismo, ha il vizio di semplificare eccessivamente una situazione complessa e di non permetterci di analizzare ogni aspetto, compromettendo in ultima analisi la piena comprensione del problema. 

Suddividere per capire

In queste situazioni, invece, è bene attivare il nostro pensiero analitico, un approccio al problema che comporta la comprensione dei suoi elementi costitutivi in modo sistematico, la conoscenza successiva dei diversi aspetti, l’individuazione di priorità su basi logico-razionali e infine la definizione chiara delle relazioni di causa-effetto.

La parola “analisi“, insieme e tutti i suoi derivati può essere ricondotta all’antico termine greco “analyein“, “sciogliere”. Si tratta quindi di prendere un problema e suddividerlo nelle sue componenti più piccole. 

Dall’osservazione all’azione

Il pensiero analitico si coltiva fin dai tempi della scuola: lo studio delle diverse materie, infatti, offre modi diversi per analizzare il mondo che ci circonda e per considerare le cose da diversi punti di vista. In particolare, il pensiero analitico si caratterizza però per il fatto di astrarre dalle emozioni e dall’intuito, per concentrarsi esclusivamente sugli aspetti razionali di una questione. Il pensiero analitico richiede in partenza un atteggiamento di ascolto e di osservazione attenta di dati, fatti, eventi e fenomeni, per arrivare a una comprensione profonda dei nessi causa effetto e a decidere la direzione in base cui agire, insieme alle cose da dire e da tacere. 

Le fasi del pensiero analitico

Possiamo identificare cinque fasi del pensiero analitico e cioè:

  1. L’identificazione di un argomento o di un problema
  2. La raccolta di informazioni e dati attraverso l’osservazione del contesto
  3. Lo sviluppo di possibili soluzioni dopo un’approfondita comprensione dell’argomento
  4. Lo sviluppo di un test di soluzioni o nuove idee in base a ciò che si è compreso
  5. Una fase successiva all’analisi e una revisione di quali soluzioni hanno funzionato per valutare e applicare le nuove conoscenze

Il pensiero analitico è tra le soft skill che il World Economic Forum indica tra le più importanti per avere successo nel mondo del lavoro oggi e nel prossimo futuro: in un mondo dominato da continui cambiamenti, infatti, la capacità analitica rappresenta un aiuto fondamentale per non perdere la bussola e per riuscire a districarsi in situazioni complesse senza perdere lucidità e discernimento. 

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