Il futuro del lavoro entro il 2027

da Redazione | 31 Ottobre 2023 | Direction |

Se ci chiediamo quali saranno le professioni più richieste per il futuro, penseremo inevitabilmente all’intelligenza artificiale, alla transizione energetica o alla sicurezza informatica. E in effetti sono queste le aree destinate a crescere maggiormente nel tempo a venire e a richiedere il maggior numero di talenti.

Eppure, secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, le due aree che vedranno i maggiori incrementi di posti di lavoro sono alquanto tradizionali, almeno nella nostra percezione: parliamo infatti di agricoltura e di istruzione.

Secondo quanto si afferma nel rapporto, infatti, il livello di occupazione nel settore dell’istruzione dovrebbe subire un incremento pari a circa 10%, per un totale di 3 milioni di posti di lavoro tra gli insegnanti di formazione professionale, i docenti universitari e quelli istruzione superiore.

Per quanto riguarda l’agricoltura, invece, si stima a un aumento ancora superiore e pari al 15-30%. In questo settore, le figure professionali più richieste saranno gli operatori di macchine agricole, i selezionatori e i cernitori, registreranno un aumento del 15%-30%, con un conseguente aumento del numero dei posti di lavoro pari a circa 4 milioni.

A livello generale, in ogni caso, si prevede che il 23% dei posti di lavoro cambierà entro il 2027, con la creazione di 69 milioni di nuovi posti di lavoro e l’eliminazione di 83 con una diminuzione netta di 14 milioni di posti di lavoro, pari al 2% dell’occupazione attuale.

Più o meno automazione?

Un altro elemento di particolare interesse che emerge dal rapporto riguarda l’automazione delle professioni. A sorpresa si rileva infatti che negli ultimi tre anni il tasso di crescita dell’automazione delle mansioni è cresciuto soltanto dell’1% passando così dal 33 al 34% e le aziende intervistate per il rapporto non prevedono un’impennata di questo parametro, anzi, le aspettative di crescita sono state riviste sensibilmente al ribasso, passando a una stima del 42% delle mansioni automatizzate nel 2027, contro quella del 47% ipotizzata nel 2020 per l’anno 2025.

Tutto questo però riguarda l’automazione di lavori fisici e manuali, mentre si prevede che l’Intelligenza Artificiale sarà in grado di incidere più di quanto sia avvenuto fino a oggi in quanto saranno più automatizzabili funzioni più tipicamente appannaggio dell’uomo come la comunicazione o il coordinamento. E in effetti, secondo il rapporto, l’Intelligenza Artificiale dovrebbe venir adottata in qualche misura dal 75% delle aziende intervistate.

Più competenze green, più in fretta.

Resta in ogni caso il tema della carenza delle competenze, soprattutto in area green.

Secondo un’indagine condotta da LinkedIn, infatti,  nonostante la forte domanda di talenti con competenze verdi, le persone stanno sviluppando le loro competenze in questo settore troppo lentamente per tenere il passo e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici.

Affinché ciò accada, è indispensabile che i governi sostengano l’agenda delle competenze verdi e che le aziende investano in piani di formazione adeguata. E in effetti quattro aziende su cinque tra quelle intervistate puntano sulla formazione aziendale e sull’automazione dei processi nei prossimi cinque anni mentre due terzi di loro si aspettano di vedere un ritorno sull’investimento nella formazione delle competenze entro un anno dall’investimento, in termini di una maggiore mobilità tra i ruoli, di una maggiore soddisfazione dei lavoratori o di una maggiore produttività dei lavoratori.

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