Il futuro delle professioni green

da Redazione | 05 Dicembre 2023 | Direction |

Il colore del lavoro? È verde!

La transizione energetica, che mira a un cambiamento sostanziale del modo in cui utilizziamo le risorse del pianeta in vista di un maggior rispetto dell’ambiente, non poteva non avere un impatto significativo anche sul mondo del lavoro, con le cosiddette professioni green.

Non a caso si sente sempre più spesso parlare di “Green Jobs” e cioè di quelle professioni legate alla sostenibilità ambientale che riguardano moltissimi settori verticali: dall’agricoltura all’edilizia, dal manifatturiero alla Pubblica Amministrazione, solo per citarne alcune, i green jobs saranno senza dubbio tra i lavori più richiesti in futuro.

Competenze green e professioni

A questo proposito, UnionCamere ha redatto un report di previsione in cui si stima che saranno tra i 2 e i 2,4 milioni i lavoratori richiesti dalle imprese per esercitare professioni Green, pari al 63% del fabbisogno del periodo.

Secondo il medesimo rapporto le figure a cui saranno richieste in particolare competenze in ambito green saranno molteplici: i tecnici della produzione e preparazione alimentare, per esempio, dovranno conoscere le tecniche di riciclaggio, di gestione degli scarti alimentari, dovranno essere in grado di commercializzare prodotti alimentari biologici e gestire i procedimenti relativi al risparmio energetico. I tecnici delle costruzioni civili e della gestione di cantieri edili dovranno essere in possesso di conoscenze sulle energie rinnovabili, sulla tecnologia e sulla normativa in materia di fotovoltaico e di risparmio energetico e sull’utilizzo di tecnologie di ultima generazione, come la domotica.

Non meno importanti le competenze richieste agli insegnanti, che dovranno saper sensibilizzare gli alunni su tematiche relative al risparmio energetico e alle problematiche ambientali.

Skill shortage nel settore verde

Putroppo, però, dal Global GreenSkills Report 2023 di LinkedIn emerge che nonostante la richiesta, oggi la forza lavoro globale non possiede le competenze  indispensabili per guidare la transizione energetica, al punto che soltanto un lavoratore su otto padroneggia le green skill necessarie per esercitare le nuove professioni. E l’accesso ai green job può essere difficile per i lavoratori senza esperienze pregresse legate alla sostenibilità. I dati di LinkedIn indicano infatti che l’81% dei lavoratori che accedono ai green job possiede almeno alcune competenze o esperienze in questo campo.

È comunque interessante notare che la transizione energetica sta stimolando lo sviluppo di green skills anche in settori non considerati green, come quello delle energie fossili: in questo comparto, la percentuale di lavoratori con competenze green ha raggiunto il 21% nel 2023 e sempre più lavoratori nel settore automobilistico (61%) possiedono oggi conoscenze relative ai veicoli elettrici.

Un settore per donne?

Infine, sebbene secondo un report sul tema dell’International Renewable Energy Agency (IRENA), fin dal 2018 le donne attive nei green jobs rappresentavano il 32% della forza lavoro (contro il 22% del settore delle energie fossili), l’Italia è al momento il fanalino di coda nella scala della parità di genere nei green job rispetto agli altri Paesi: se nel 2021, la percentuale femminile media nei Paesi dell’Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) era del 28%, in Italia si limitava al 20%.

Un segnale positivo però c’è: da uno studio di Almalaurea emerge infatti che tra i laureati delle discipline Stem, sono soprattutto le donne ad aver approfondito tematiche ambientali e di sostenibilità.

Se i green jobs aiuteranno anche a colmare il divario di genere lo scopriremo soltanto in futuro, ma sarebbe sicuramente un ulteriore modo per far bene al pianeta.

condividi l’articolo