Lavoro: il 2024 e i trend del mercato

da Redazione | 30 Gennaio 2024 | Direction |

Il 2024 è appena iniziato e per quanto riguarda il mercato del lavoro la situazione continua a essere dominata da grande dinamismo e da un livello di incertezza ancora significativo. Nonostante questo, però, diversi studi previsionali sono d’accordo sull’identificazione di alcuni trend su cui le aziende dovranno focalizzarsi per mantenere alto il loro livello di competitività.

Mancanza di talenti: il focus sulle competenze

La caccia ai talenti è un argomento che continuerà a essere attuale e, secondo uno studio di Equinix, il 62% dei senior decision maker di tutto il mondo considera la mancanza di competenze – soprattutto informatiche e digitali – come uno dei principali motivi di preoccupazione per la propria azienda. Sarà quindi necessario che le aziende orientino i propri processi di selezione e i propri percorsi di formazione sulle competenze anziché sui ruoli o sulle esperienze, e che continuino a investire affinché le persone siano costantemente aggiornate nelle loro skill.

Secondo ADP Research Institute, sono 6,36 milioni i lavoratori disoccupati, ma nonostante questo le aziende hanno difficoltà a ricoprire i ruoli. Per i prossimi cinque anni, secondo lo stesso studio, oltre alle competenze informatiche saranno importanti soft skill come l’empatia, l’abilità manageriale, e le lingue straniere.

L’Intelligenza artificiale in azienda: come e quanta

L’intelligenza artificiale è un altro grande tema con cui sarà inevitabile confrontarsi. ChatGPT, nei suoi primi 2 mesi di attività, si è rivelata l’applicazione consumer a più rapida crescita, facendo registrare 100 milioni di utenti attivi mensili. Naturalmente le aziende sono desiderose di sfruttare le enormi potenzialità di questo strumento ma sarà necessario imparare a gestirlo, per creare contesti in cui la tecnologia sia di aiuto e possa facilitare i compiti alle persone, vero e imprescindibile fulcro delle organizzazioni.

Flessibilità e smart working

Come tutti sappiamo l’epidemia da Covid-19 ha generato un profondo ripensamento dell’idea di “luogo di lavoro”. L’esperimento collettivo forzato di Smart working ha permesso infatti di toccare con mano i molti vantaggi della flessibilità, primo fra tutti un miglioramento significativo nel work life balance. Secondo una ricerca di Gartner realizzata su un campione di 4000 persone,  il 39% dei lavoratori dipendenti afferma di essere disposto a licenziarsi se il proprio datore di lavoro decidesse di rinunciare alla flessibilità, chiedendo il ritorno in ufficio a tempo pieno. Questo vale soprattutto per i lavoratori più giovani, abituati a gestire il tempo in completa autonomia e a lavorare per obiettivi.

Inclusione, diversity e parità salariale: temi non più differibili

L’inclusione, la diversity e la parità salariale sono valori sempre più importanti: le iniziative aziendali in materia andranno ben oltre il nice to have e saranno fondamentali per trattenere i talenti. Sta diventando chiaro, infatti, che affinché chi lavora possa esprimere appieno il suo potenziale deve poter agire in un clima di sicurezza psicologica sentendosi accolto e tutelato.

L’equità salariale, in particolare, sarà un punto sempre meno differibile anche grazie alle norme sulla trasparenza retributiva volute dall’UE. Il problema è tutt’altro che marginale perché secondo i dati di una ricerca ADP, In Italia, si sente ancora sottopagato il 48% delle donne, una percentuale altissima che trova riscontro nei numeri: gli uomini che hanno avuto un aumento di stipendio lo scorso anno affermano che la loro retribuzione è aumentata del 5,8%, rispetto al 5,2% delle donne. 

Sarà senza dubbio un anno denso di sfide e le aziende che si focalizzeranno su questi punti riusciranno più facilmente a mantenere competitività

condividi l’articolo